Vita umana e ambiente. Quale legame?

Sono 7 mila le piante commestibili che potrebbero aggiungersi al menu dei prossimi anni, sancendo nuove forme di salvezza per la vita umana.

A rivelarlo è un rapporto stilato dai Kew Gardens londinesi, secondo i quali, altre fonti di medicina ed energia sarebbero in arrivo dall’ambiente.

Dai fagioli presenti nei deserti meridionali dell’Africa, agli spinaci di una specie ancora sconosciuta scoperti in California.

Capitolo a parte, poi, quello relativo ai funghi, di cui, secondi i biologi, sono ancora sconosciuti 4 milioni di specie, determinanti per amplificare la rendita energetica della legna o per realizzare pannelli fotovoltaici vegetali, che producono energia elettrica dai processi naturali.

Tuttavia, se il patrimonio naturale delle piante eduli si allarga, regalando speranze di vita per il futuro, allo stesso modo, oltre il 10% delle piante officinali, i cui principi attivi sono alla base di molti prodotti farmaceutici o della medicina tradizionale, sono a rischio estinzione per la crescente domanda di terapie alternative.

A tal proposito, è ancora Alexandre Antonelli, direttore scientifico dei Kew Gardens, che, in un articolo de La Repubblica, chiarisce la natura del problema:

“ Le nostre società, per troppo tempo, sono state dipendenti da poche specie di piante e non hanno saputo decifrare la ricchezza che può offrire la biodiversità per l’alimentazione e per la salute. Per migliaia di anni abbiamo chiesto alla natura soluzioni per nutrirci, curare le malattie, costruire le nostre case e rendere le nostre vite più confortevoli, ma tutta questa conoscenza è basata su strumenti rudimentali che non sono in grado di raccogliere il pieno potenziale della diversità biologica”.

Colpa del cambiamento climatico, delle attività umane invasive, dei parassiti se, oggi, la metà della nostra vegetazione soffre e richiede soluzioni di vita alternative, come lo sviluppo di un’intelligenza artificiale che permetta di misurare le possibilità di sopravvivenza di una pianta.

Come finirà? Meglio iniziare a chiederselo.

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