E se la vera rivoluzione green partisse dalle nostre tavole? Da Greenpeace arrivano dieci consigli per una spesa amica del clima e del pianeta.

Stare seduti non aiuterà il pianeta, a meno che non si stia seduti a tavola con delle sane abitudini. Buone notizie, quindi, per chi percepito ma non ancora recepito l’importanza di attuare cambiamenti quotidiani a favore dell’ambiente e del clima. Nonostante le iniziative di sensibilizzazione e l’appello da parte dell’Unione Europea e delle principali realtà ambientaliste, la situazione rimane ancora estremamente critica. Solo in Italia, ad esempio, stando ai recenti dati resi noti dal centro studi del Ministero dell’Ambiente, nel terzo trimestre del 2019 si stima – rispetto all’anno precedente – un incremento delle emissione dei gas serra pari allo 0,6 %.

C’è quindi urgente bisogno di un cambiamento concreto nelle nostre abitudini di consumo. E partire da quelle legate ai bisogni primari, come ad esempio mangiare, rappresenta sicuramente un ottimo inizio.

Ma è davvero possibile fare la differenza modificando solo qualche piccola abitudine alimentare e di acquisto? Sembrerebbe proprio di sì. Come chiarisce in una nota l’associazione ambientalista Greenpeace – realtà ecologista che ha per missione un mondo verde e pacifico –  “Il cibo è sempre più al centro della nostra attenzione”. “Il sistema alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra e questo ‘peso’ è in particolare da attribuire alle diete più diffuse nei Paesi ricchi, in cui è presente un elevato consumo di prodotti di origine animale e cibi ultra-processati. Diventa quindi necessario “un impegno quotidiano per combattere i cambiamenti climatici”

Greenpeace sa che c’è bisogno di spiegare al mondo qual è la giusta strada da percorrere, ma sa anche che c’è bisogno di un approccio concreto. Per questo ha realizzato e pubblicato un Eco-Menù, con dieci consigli pratici per una spesa amica del clima e del pianeta (clicca qui http://bit.ly/2OrTVvy per leggere il decalogo completo).

Ma quali sono in sintesi i consigli dell’Eco –Menù? Vediamoli insieme.

  • a prodotti di stagione e di produzione locale, perché fanno bene alla salute, al pianeta e all’economia locale.
  • No a cibi sottocosto e alle mode alimentari insostenibili, come quella dell’avocado, perché la produzione industriale e le monoculture si espandono a discapito delle foreste e dei diritti umani.
  • No anche agli imballaggi di plastica, acquistare prodotti sfusi ed optare per sacchetti in tela, per il trasporto degli alimenti, potrebbe incidere sensibilmente sulla produzione dei rifiuti. Si pensi, infatti, che ogni giorno circa l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce nei nostri mari e negli oceani. Inquinandoli ed intaccando un intero ecosistema.

L’ultimo punto dell’Eco-Menù, nonostante sia il più generico tra tutti, fornisce un consiglio di grande valore in maniera estremamente chiara. Una frase presa in prestito dal geniale saggista statunitense Michael Pollan che recita: “NON MANGIARE NULLA CHE TUA NONNA NON RICONOSCEREBBE COME CIBO”. Un monito per qualsiasi scelta alimentare e di acquisto.

E se riusciamo oggi a capire l’importanza che ricopre modificare le nostre abitudini alimentari, un domani saremo aperti ed in grado di adeguarci più facilmente ad ulteriori cambiamenti – come ad esempio le auto elettriche o la produzione autonoma di energia elettrica e acqua calda attraverso l’energia solare  – che potrebbero davvero rappresentare la salvezza del nostro pianeta.

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