Cucciolo di capodoglio morto sulle coste siciliane: aveva chili di plastica nello stomaco

Nei giorni scorsi, un altro capodoglio morto è stato trovato spiaggiato sulla costa di Lascari, tra Cefalù e Buonfornello, morto a causa della plastica.

Dagli accertamenti è emerso che il cucciolo aveva ingerito buste, sacchi e reti. Un vero e proprio dramma come spiega bene Carmelo Isgrò, dell’Università degli Studi di Messina, “Era una femmina giovane, di 6-7 anni (la longevità per un capodoglio è di 70-80 anni). Una vera pena trovare tutta quella plastica, non abbiamo trovato segni che indicassero un’altra possibile morte”.

“Le indagini – dicono da Greenpeace – sono appena iniziate e non sappiamo ancora se sia morto a causa della plastica ingerita ma non possiamo certo far finta che non stia succedendo nulla”. Giorgia Monti, Responsabile Campagna Mare di Greenpeace prosegue dicendo: “Sono ben cinque i capodogli spiaggiati negli ultimi cinque mesi sulle coste italiane. Nello stomaco della femmina gravida ritrovata a marzo in Sardegna sono stati trovati addirittura 22 kg di plastica. Il mare ci sta inviando un grido di allarme, un SOS disperato. Bisogna intervenire subito per salvare le meravigliose creature che lo abitano”.

Da dove arrivano tutti questi rifiuti?
Soprattutto da discariche abusive e mancanza di depuratori. Questi due fattori sono i principali responsabili dell’accumulo di rifiuti in mare. Una importante fonte di rifiuti sono però le attività ricreative, turistiche e la pesca professionale.

Plastica: una bomba ecologica
Oramai ne siamo tutti consapevoli che la plastica è divenuta una bomba ecologica che minaccia costantemente l’ecosistema marino.
La plastica è il vero problema della nostra epoca. Infatti, in un rapporto pubblicato nel 2016 dalle Nazioni Unite, si evince che i rifiuti marini, minacciano la sopravvivenza di oltre 800 specie animali che muoiono soprattutto ingoiando rifiuti.
I rifiuti più comuni sono: involucri per alimenti, tappi di bottiglia, cannucce, sacchetti per la spesa, bottiglie e mozziconi di sigarette. Cinque di queste sei tipologie di detriti sono di plastica.
Oramai il momento è talmente critico che non abbiamo più tempo per rimandare. Dobbiamo agire da subito, iniziando dalle nostre azioni quotidiane: tutti dobbiamo essere più responsabili per salvaguardare l’ambiente che ci circonda; ricordandoci ad esempio di fare correttamente la differenziata, di non buttare mozziconi di sigarette nel water di casa (poi finisce direttamente in mare) o lasciando rifiuti sulla spiaggia.

Foto: @ANSA

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