Il Papa: “Distruggere il pianeta è un peccato che va confessato ed espiato”

La salvaguardia dell’ambiente è un tema che ormai è diventato caro per molte persone, una di queste è papa Francesco. Durante la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, papa Francesco paragona il mea culpa sui temi ambientali ad altre storiche ammissioni di colpa della Chiesa, inoltre maltrattare la natura è un peccato e come tale deve essere confessato. Il Giubileo della misericordia, secondo il Papa, è un’occasione per pentirsi “del male che stiamo facendo alla nostra casa comune”, ricordandoci che “quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani”.

Un anno fa circa aveva già pubblicato un’enciclica dedicata a questi temi, ’Laudato sì’, diventato un testo di riferimento in tutto il mondo. Papa Bergoglio ci richiama ad un “esame di coscienza”.  “Non possiamo arrenderci – scrive – o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici”. Ricorda che i cattolici devono rispondere in confessionale dei “peccati contro la creazione”. Devono risponderne – sottolinea il Papa – come singoli “ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno”, ma anche come “partecipi di un sistema che ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all’esclusione sociale o alla distruzione della natura”.

A tutti noi ricorda gesti concreti che aiutano nella salvaguardia del Pianeta: uso scrupoloso della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzo del trasporto pubblico. Ai governanti il papa invece ricorda il dover rispettare gli impegni assunti con l’accordo di Parigi del 2015, mentre alle imprese che “devono fare responsabilmente la loro parte, e tocca ai cittadini esigere che questo avvenga, anzi che si miri a obiettivi sempre più ambiziosi”. Un’attenzione particolare va inoltre al cosiddetto “debito ecologico” tra il Nord e il Sud del mondo: “La sua restituzione – ricorda Bergoglio – richiederebbe di prendersi cura dell’ambiente dei Paesi più poveri, fornendo loro risorse finanziarie e assistenza tecnica che li aiutino a gestire le conseguenze dei cambiamenti climatici e a promuovere lo sviluppo sostenibile”.

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